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E-MIGRAZIONI (2016)

Il viaggio di Enea, lo straniero, racchiude il senso profondo e inarrestabile di quel remoto e arcano andare e cercare nuovi approdi. Il tema della barriera, del confine e delle migrazioni, in quel moto antico e alternato dello stare e dell’andare. Le immagini dei corpi inanimati, affioranti nella risacca delle onde e sul litorale delle coste del nostro oggi. L’anonimato del viaggio clandestino non ha volto, né corpo. La barca utopica/distopica dei corpi nudi, inerti e avvinghiati. Fra inevitabili echi di cronaca e una più profonda ricerca artistica ed esistenziale, si esprime la metafora del viaggio anonimo e al contempo delle contaminazioni e trasformazioni che attraversano l’esistenza, scandendone la vita e la morte, in quel non esser più/non essere ancora che fra slanci evolutivi e inevitabili cadute, costituisce l’autentico movimento migratorio posto a fondamento per tutti gli altri. Ricordandoci, in questo, che le migrazioni scandiscono in un movimento intimamente individuale ma inevitabilmente sempre collettivo.

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